Un repertorio ancora poco conosciuto dei due grandi operisti italiani
Forse sono pochi a sapere che, oltre alla creazione di indimenticabili opere liriche, sia Giuseppe Verdi che Giacomo Puccini hanno fornito il loro apporto al repertorio cameristico. Ce lo ricorda un cd de "La Bottega Discantica': dove il Quartetto di Roma, formato da Marco Fiorini e Biancarnaria Rapaccini (violini), Davide Toso (viola) e Alessandra Montani (violoncello), si è confrontato con questa produzione scarsamente nota. Il disco si apre con il "Quartetto in mi minore" di Verdi, scritto a Napoli nel 1873, che ha alle spalle una storia abbastanza curiosa.
Sembra perfettamente a suo agio, il Quartetto di Roma, nella luce diurna e sottilmente inquieta, à la Boldini, del tardo Ottocento italiano. A dirlo sono tanto la spontaneità narrativa stesa a luminose campate melodiche quanto l'acuta sapienza di uno sguardo (le cromie) e di un respiro (il fraseggio) pronti a cogliere ogni minima trascolorazione, fedeli cartine tornasole di un orizzonte avvolgente quanto umorale. D'altronde il gioco è insieme arduo e periglioso: svelare e (ri)velare - nel giro di compasso di pagine tradizionalmente vissute all'ombra delle più altisonanti arie e cabalette - l'intrinseca genialità dell'autore, il passo inconfondibile dell'uomo di teatro che si diverte ad uscire dai consueti sentieri, propri e nazionali.
Solomeo Arie antiche nel concerto al "Cucinelli"
Te emozioni rarefatte del Quartetto di Roma
di STEFANO RAGNI
Reger, Marteau : Klarinettenquintette (Naxos). Eine reizvolle Zusammenstellung, die dem besonders als Kammervirtuosen brillierenden Klaus Hampl da gelungen ist. Dem spröden, aber intensiven Spätwerk Max Regers steht das lyrische, Mozart nachhängende und Brahms feiernde Quintett seines langjährigen Komponistenfreundes Henri Marteau (1874-1934) gegenüber. Den heute vergessenen Deutschfranzosen, der als Geiger wie Komponist Erfolge hatte, bewunderte der junge Reger sehr - bis sich beider Gattinnen heillos verkrachten. Bei der posthumen Wiedervereinigung auf CD aber herrscht Harmonie pur, weil Hampl und das bissfeste Quartetto di Roma an einem Interpretationsstrang ziehen.
http://www.welt.de/die-welt/kultur/article9321964/Gute-Opern-aus-schlechten-Zeiten.html
La recensione del musicologo Giorgio Severini sul concerto di giovedì alla Filarmonica:
Il Quartetto di Roma ha tenuto un concerto presso il Teatro della Società Filarmonico-Drammatica di Macerata. Riguardo al programma proposto, inizialmente si è fatto riferimento a Franz Josef Haydn (1732-1809) con il Quartetto op.74 n.3 (Cavaliere).Il complesso strumentale ha esibito buone doti interpretative derivate,indubbiamente,da una scuola di prestigio.Il pubblico,non numeroso,si è espresso subito mediante calorosi applausi. Con la successiva esecuzione del Quartetto op.108 n.7 di Dmitrij Shostakovich (1906-1975) l’insieme strumentale ha restituito brillantemente la ricchezza della musica di questo sorprendente lavoro e gli ascoltatori hanno concluso la prima parte del concerto con vigorosi applausi.